Il Punto di Trasformazione

Quando si intraprende un percorso di ricerca interiore, prima o poi si entra in contatto con il concetto della trasformazione che è un aspetto estremamente importante in quanto permette di compiere un salto evolutivo e cioè una salita verticale nella spirale dell’evoluzione.

In genere, prima di approdare alla Trasformazione, è necessario passare prima per il concetto di Cambiamento.

Questi due termini possono sembrare a prima vista intercambiabili, ma per me da un punto di vista energetico e spirituale hanno una valenza completamente diversa.

Volendo parlare in termini di legge dell’ottava tanto cara a Gurdjieff, vedo il Cambiamento come l’ottava bassa della Trasformazione in quanto il cambiamento presuppone una forte connotazione dualistica e separativa, quindi non mi piace qualcosa che c’è in me e allora mi impegno e combatto in tutti i modi possibili per cercare di sostituirlo con qualcosa che invece giudico essere migliore.

Nella trasformazione, la dualità e la separazione vengono trascese e superate attraverso i processi di comprensione e di accoglienza. Mi accorgo che qualcosa del mio essere mi sta creando uno stato di tensione, di disagio e di sofferenza, quindi lo accolgo con amorevolezza e gratitudine perché mi sta fornendo un grande servizio, portando luce su una zona d’ombra che deve essere ripulita e lavorata.

È grazie al Fuoco Sacro della Passione Ispiratrice che si può compiere l’operazione alchemica di Trasformazione che scioglie nel crogiuolo di fusione tutte le cristallizzazioni paralizzanti, portando in superficie tutte le scorie e lasciando in fondo il nobile e lucente metallo.

Se consideriamo l’esistenza ordinaria dell’Essere Umano, una volta risvegliata la capacità di percezione della nostra Coscienza attraverso le prime fasi del lavoro di ricerca interiore ed in particolare dopo aver imparato a permanere in modo sufficientemente stabile nello stato di distacco sublime, ecco che ci accorgiamo che l’Essere Umano in uno stato di Coscienza Ordinario sperimenta uno stato di esistenza oscillando ripetutamente tra stati opposti degli infiniti dipoli che costituiscono il mondo della dualità che è una caratteristica imprescindibile della manifestazione su questo pianeta.

E’ importante comprendere bene questo passaggio: l’Essere Umano ordinario non è in grado di accorgersi di vivere in uno stato dualistico e separativo e per salire questo primo e fondamentale gradino è essenziale il lavoro sul distacco che ci svincola dagli automatismi che sono fondamentali negli stati di Coscienza più bassi, ma che devono essere lasciati andare per accedere agli stati superiori più elevati e leggeri.

Nel momento stesso in cui mi sposto dal Punto di Equilibrio e vado verso uno stato che chiameremo A, per la Legge della Riflessione, verrà generato un -Me che si andrà a posizionare nel punto esattamente speculare sulla linea del dipolo rispetto al centro di equilibrio rispetto al punto in cui si è posizionato il Me. Le due immagini illusorie, che derivano dalla proiezione distorta del Sé sul piano della dualità, sono collegate tra di loro e questa separazione genera una tensione che sarà tanto più forte quanto più ci si allontana dalla posizione di equilibrio che è l’unico punto non illusorio in cui la dualità svanisce e si ha la riconnessione con l’Unità. Di fatto è come avere una forza elastica che tiene uniti il Me e il -Me che quindi cresce di intensità all’aumentare della distanza.

In questo punto di Unità, spazio e tempo si ricongiungono in un punto unico e quindi entriamo nello stato che comunemente viene chiamato in modo improprio del “qui e ora”. Considero il “qui e ora” una definizione inappropriata del Punto di Equilibrio, perché presuppone ancora l’esistenza della dimensione spaziale per il “qui” e la dimensione temporale per il “ora”, mentre nella singolarità del Punto di Equilibrio la dualità si è ricomposta nell’Unità e quindi viene meno la condizione separativa che ha generato le due dimensioni complementari dello spazio e del tempo.

Lo stato di tensione che si genera tra il Me e il -Me tende costantemente a riportare le due proiezioni speculari a ricongiungersi nel Punto di Equilibrio e danno origine a quegli stati che noi comunemente chiamiamo disagi, sofferenze e malattie.

Questo semplice modello ci fornisce una chiave di lettura estremamente utile per la comprensione della genesi della sofferenza e al tempo stesso anche uno strumento operativo per il suo superamento.

È necessario adoperarsi affinché si riesca a permanere più a lungo possibile nel punto di equilibrio.

Ora ci si potrebbe chiedere come mai è così difficile raggiungere il Punto di Equilibrio e soprattutto rimanerci in modo stabile.

Questo è dovuto all’azione delle Forze Separative che governano la dimensione materiale che si sviluppa sui piani fisico, emozionale e mentale. Queste Forze hanno il compito di allontanare dal Punto di Equilibrio l’Essere Umano che non ha ancora raggiunto un grado sufficiente di distacco visto che il Punto di Equilibrio è la porta che permette di accedere al piano superiore dell’Estasi e dell’Illuminazione della Coscienza.

È proprio nel momento in cui ci si è liberati in modo definitivo dall’effetto delle Forze Separative che la Coscienza raggiunge il punto di completa Illuminazione che corrisponde alla finalità dell’Essere Umano e allo stato di Perfezione del processo della Creazione.

In questa condizione, la Coscienza si è espansa così tanto da divenire un unicum con la Coscienza Cosmica.

Ma quanto siamo lontani da questa condizione?

Non so voi, ma io sicuramente tantissimo.

E’ però vero che conoscere la direzione verso cui ci si debba muovere è già un ottimo punto di partenza perché ci permette di indirizzare ogni singolo sforzo alla conquista della permanenza sempre più stabile nel Punto di Equilibrio, che è il punto in cui si può compiere il miracolo della Trasformazione e che ci permette di togliere un piccolo strato di oscurità che circonda la Coscienza e che le impedisce di diffondere la Luce che è al proprio interno.

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