Gli opposti, motore dell’evoluzione

La manifestazione terrena è caratterizzata dalla dualità. E’ il principio base che non può essere in alcun modo contraddetto.

Nel momento stesso in cui si manifesta una cosa, istantaneamente prende origine anche il suo opposto. Magari può rimanere celato e nascosto ai nostri sensi materiali troppo grossolani per la percezione di essenze più sottili, ma dobbiamo sapere che c’è e che agisce indipendentemente dalla nostra capacità di percezione.

Le persone che hanno intrapreso un cammino di crescita ed evoluzione personale ed hanno iniziato a riscoprire le nostre innate capacità di percezione, sono ormai in grado di comprendere a pieno questo principio fondamentale dell’esistenza e ad intuire le sue grandi potenzialità evolutive.

Sì, perché è proprio nella dualità che si cela il grande motore della evoluzione.

Per comprendere questo principio, possiamo paragonarlo al camminare. Se proviamo a muoverci utilizzando solo una delle due gambe, siamo costretti a saltare faticando enormemente per riuscire a mantenere l’equilibrio, il nostro incedere sarà lento, goffo e dopo pochissimi salti saremo costretti a fermarci per riprendere fiato.

Se invece camminiamo utilizzando entrambe le gambe, ci accorgiamo subito che procediamo molto più spediti e ogni passo è il frutto dell’alternanza armoniosa tra gamba destra e gamba sinistra, quindi proprio quello che ci dicono il Principio degli Opposti e il Principio dell’Alternanza.

Infatti il Principio degli Opposti ci dice che se esiste la gamba destra, allora per forza deve esistere anche la gamba sinistra, mentre il Principio dell’Alternanza ci dice che il modo migliore per camminare è quello di alternare gamba destra e gamba sinistra.

Man mano che diventiamo esperti e sicuri nel camminare, possiamo gradualmente velocizzare l’andatura, fino a riuscire a correre e così aumenterà in modo importante la distanza che riusciremo a percorrere nello stesso lasso di tempo.

Questo è esattamente quello che avviene costantemente a livello evolutivo.

Fintanto che non abbiamo compreso a pieno i principio degli opposti e dell’alternanza e ci focalizziamo solo su una delle due componenti della dualità, di fatto è come cercare di muoverci con una gamba sola.

La comprensione e l’accettazione della dualità ci libera dai lacci che immobilizzano l’altra gamba e solo così possiamo iniziare a camminare, via via sempre più spediti fino a correre e saltare i vari ostacoli che la Vita pone sulla strada della nostra personale evoluzione per rendere più rapido il percorso stesso.

Questo è l’altro tassello importante da considerare quando parliamo di crescita personale e di evoluzione: il camminare e il correre permettono l’esplorazione orizzontale, sullo stesso piano, allo stesso livello energetico e di coscienza, mentre per salire ad un livello superiore è necessario fare un balzo.

E per fare il salto è sempre necessario fare affidamento su entrambe le gambe, quindi sfruttare la dualità e la forza motrice degli opposti e dell’alternanza.

Quindi, per procedere spediti nel personale percorso di crescita ed evoluzione è necessario per prima cosa comprendere i principi universali che regolano la manifestazione sul pianeta Terra ed in particolare i principi degli opposti e di alternanza.

Una volta compresi vanno accettati e quindi ci si deve lasciar scivolare leggeri nella danza dell’alternanza tra gli opposti, senza giudizio e senza aspettative.

Quando percepiamo dei fastidi, delle sfide o dei temi su cui sentiamo la necessità di lavorare, siamo pronti per muovere un nuovo passo, quindi cerco di comprendere quale aspetto mi si sta presentando, lo guardo e lo analizzo con l’attitudine dell’osservatore non interferente e cerco di percepire immediatamente l’opposto verso cui voglio tendere, perché un fastidio e un disagio mi si presentano proprio per segnalare la necessità impellente di questo lavoro sulla propria interiorità.

Il fastidio è come un fiume che incontriamo sul nostro cammino. Può essere più o meno impetuoso e farci più o meno paura, ma ci dice che dobbiamo necessariamente attraversarlo se vogliamo procedere.

E per procedere dobbiamo per prima cosa individuare l’altra sponda (opposto) su cui vogliamo arrivare. Solo dopo cerco di trovare la soluzione più adatta per effettuare la traversata.

Nella maggior parte dei casi, sarà necessario alleggerire il proprio bagaglio, lasciare sulla sponda tutto il superfluo per poter così proseguire leggeri nell’attraversamento.

Quando siamo agli inizi del nostro personale percorso di crescita, possiamo fare affidamento a ponti e sentieri già battuti da altri (i maestri) che ci aiutano, ma più andiamo avanti e più dovremo fare affidamento sulle nostre sole forze, che nel frattempo avremo allenato e di cui avremo pian piano preso una sempre maggiore consapevolezza.

Quando il fiume è così impetuoso da non poter essere attraversato, dobbiamo solo aver pazienza e camminare lungo la sponda alla ricerca di una zona in cui il flusso rallenta, l’alveo si stringe e l’attraversamento è più agevole.

A questo punto, giunto sull’altra sponda, mi volto indietro soddisfatto, mi congratulo per il lavoro che ho fatto e mi riposo. Domani riprenderò il viaggio, ma oggi è tutto per glorificare il nuovo stato di coscienza raggiunto.