Soul

La Disney ci ha da sempre abituati con i suoi film d’animazione a racconti di storie molto profonde che si possono prestare a letture su più piani e che lasciano trapelare ad ogni visione successiva dei dettagli e degli aspetti sempre nuovi ed inattesi.

Con Soul, il film di animazione uscito nel 2020, è stato raggiunto a mio parere il livello più alto, trattando il tema delicato e controverso dell’incarnazione dello spirito attraverso l’esperienza terrena.

Questo è un film che necessita di essere visto e rivisto più volte in quanto alla prima visione si è principalmente presi nel seguire la storia del povero Prof. Joe Gardner, un insegnante di musica precario in una scuola media USA, da sempre follemente innamorato della musica jazz, ma che di fatto non è mai riuscito a fare di questa passione il proprio lavoro, nonostante il grandissimo talento artistico.

Proprio nel momento in cui sembrava essere riuscito a raggiungere lo scopo della sua vita con l’ingaggio nella band della famosa Dorothea Williams, accade l’imponderabile con un incidente assolutamente maldestro che ne provoca la morte. Lo spirito si ritrova catapultato nell’Oltremondo per chiudere questa esperienza terrena, ma l’attaccamento di Joe alla vita, proprio in questo momento in cui è praticamente riuscito a raggiungere il sogno di sempre, lo porta a cercare ogni possibile via di fuga dal destino che ha previsto per lui la fine del percorso terreno senza che fosse in grado di sperimentare il suo sogno.

Bellissimo è l’incontro con 22, uno spirito che da millenni sta vagando nell’Oltremondo a causa del suo terrore di incarnarsi. Nessuno degli innumerevoli spiriti che si sono avvicendati nel ruolo di tutor di 22 è riuscito a fargli comprendere l’immensa bellezza dell’esperienza terrena e ora, per un fortuito scambio, questo arduo compito viene assegnato proprio a Joe che non ha alcuna voglia di perdere tempo con 22, ma vuole solo ed esclusivamente tornare sulla terra al più presto e continuare la sua vita in questo momento glorioso in cui può finalmente sperimentare la gioia di suonare il jazz in una grande band.

Vengono catapultati sulla Terra con 22 incarnato nel corpo di Joe e Joe in quello di un gatto. Questa esperienza è dirompente per entrambi e soprattutto per 22 che sperimenta un piccolo assaggio della vita sulla Terra nei panni di Joe che sta vivendo tutto il suo tormento esistenziale, ma è sospinto dalla ardente passione per la musica jazz e quindi crede di avere molto chiaro lo scopo di vita.

Il film termina con uno splendido colpo di scena che ne rende appassionante la visione fino all’ultimo fotogramma, ma non è importante per la storia in se, quanto piuttosto per l’interessante prospettiva del pianeta Terra come scuola esperienziale per lo spirito che, di incarnazione in incarnazione, sperimenta i talenti con cui ha deciso di intraprendere il viaggio, salendo pian piano la spirale dell’evoluzione fino al completamento del percorso di illuminazione e ricongiungimento al Padre.

Questo è quello che da millenni stiamo facendo e che, mai come in questo momento, è così importante. Quando siamo su questo pianeta, non abbiamo altro scopo che vivere a pieno i nostri talenti e metterli a disposizione degli altri. Questo è l’unico e vero scopo di vita e quindi non dobbiamo assolutamente perdere tempo a cercare di capire quali sono i nostri obiettivi, oppure a rincorrere obiettivi che ci hanno inculcato. Tutto è molto semplice e molto lineare. La nostra coscienza conosce perfettamente quali sono i nostri talenti e ce lo manifesta a livello conscio attraverso i bisogni che quindi dobbiamo solo ascoltare e soddisfare attraverso il compimento delle giuste azioni.

Se seguiamo queste bellissime indicazioni, vivremo intensamente e nella soddisfazione, perché soltanto nel benessere e nella soddisfazione evolviamo e possiamo così mettere a frutto i talenti che il nostro spirito ha messo in valigia prima di partire per arrivare qui.

Buon viaggio splendide anime.

Credits: le immagini sono tratte dal web